Calice al Cornoviglio

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Scheda informativa

Superficie: 33,75kmq
Altitudine: 402m
Maggior elevazione: Monte Cornoviglio (1162m)
Numero abitanti: 1144
Nome in dialetto: Calice
Nome abitanti: calicesi
Santo Patrono: Nostra Signora di Loreto (10 dicembre)
Sito internet: www.comune.calicealcornoviglio.sp.it
Webcam:
Comuni confinanti: Beverino, Follo, Mulazzo, Podenzana, Rocchetta di Vara, Tresana
Villaggi e frazioni: Borseda, Bruscarolo, Castello di Calice (sede comunale), Ferdana-Novegina, Madrignano, Pegui, Santa Maria, Tranci, Usurana, Valdonica, Villagrossa
Alpeggi:

Descrizione

Percorrendo la strada che sale a Calice e scorto il castello, dap­prima in lontananza e poi sem­pre più da vicino, si è coinvolti in una strana atmosfera di austerità -forse anche un pò in­quietante- trasmessa proprio dalla figura dell'imponente ca­stello Daria Malaspina risalen­te al 1200. li paese medievale che si snoda attorno ad esso si trova in una posizione molto pa­noramica. Una ricostruzione storica rac­conta che all'epoca dei pelle­grinaggi questo territorio ospi­tava una via di transito secon­daria di collegamento con una direttrice principale. Quindi, vestendo per un mo­mento i panni di un pellegrino che aveva come meta sacra San­tiago de Compostela, giunti a quel nodo -come si è già detto cruciale- di Caprigliola, avrem­mo dovuto prendere l'itinerario che passa proprio nei pressi di due frazioni di Calice: Madri­gnano e Novegina (proprio qui esistono una chiesetta dedicata a San Giacomo ed i resti ben con­servati di un "hospitale" con ca­ratteristiche cellette). Da qui, proseguendo fino a rag­giungere Brugnato, Borghetto e puntando verso il Passo del Brac­co, avremmo raggiunto Santia­go. Abbiamo quindi già nominato la frazione di Madrignano (sen­za però dire che qui sono visi­bili i resti -purtroppo un pò mal ridotti- di un altro castello, distrutto dai Genovesi nei primi del 1400). Ma meritano una vi­sita, oltre a Molunghi e Santa Maria, anche altre frazioni di Ca­lice: Filettino, borgo medievale ben conservato; Usurana e Fer­dana, le cui case hanno una splendida struttura architetto­nica formata da criptoportici; e Villagrossa, dove si trova, in una chiesetta in pietra, anche uno splendido portale del 1635 la­vorato a punta di diamante. Per conoscere l'aspetto natura­listico della Valle, la sua flora e fauna, si può usufruire di una biblioteca multimediale, di un laboratorio scientifico munito di microscopio elettronico e di un curioso percorso osservando i 150 reperti tassidermici nel CEA (Centro di Educazione Ambien­tale), il quale, come le due Pi­nacoteche (dedicate a David Be­ghè ed a Pietro Rosa) e il Mu­sco dell'Apicoltura (unico in Li­guria) sono ospitati nel Castel­lo Doria Malaspina. Un'occa­sione in più per visitare Calice è l'originale "Museo della Ga­lassia " nella frazione di Valdo­nica: un mondo fantastico dove i fiori, il ferro, la pietra, il legno ed i minuscoli orti vengono tra­sformati dall'artista Bonini. au­tentico creatore di meraviglie. Ma il territorio di Calice vanta comunque la presenza umana già molto tempo prima dell'e­poca medioevale: gli antichi Li­guri, infatti, hanno lasciato co­me testimonianza i resti di una tomba litica a cassetta ritrovati nella zona di Genicciola. Questi reperti archeologici sono oggi conservati al Museo Civico nel castello San Giorgio di La Spezia. E' interessante osservare il to­ponimo eia cui deriva il nome Genicciola: "-ola" ossia 'divi­nità', e "genia" (da cui "gene­si"): infatti agli occhi dei nostri antichi Liguri questo posto ave­va una forma morfologica tale da ricondurli all'idea di fertilità. Oiscendendo la strada per con­tinuare la visita della valle, si è accompagnati da un piacevole scorcio panoramico.

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