Rifugio Tuckett

Ritratto di Androcolo
Androcolo
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Quota di partenza: 
1 513 m
Quota di arrivo: 
2 272 m
Dislivello: 
759 m
Tempo di salita o complessivo*: 
1h45'
Tempo di discesa: 
1h15'

Introduzione

Questo itinerario ci porta a uno dei tanti rifugi che si trovano sul gruppo del Brenta, da qui è possibile partire per scalate più impegnative, su sentieri attrezzati, o proseguire per raggiungere altri rifugi come il Tosa, Graffer o il Brentei.

Descrizione

La partenza di questa escursione prevede di arrivare in macchina fino al Rifugio Vallesinella e da li prendere il sentiero che porta da prima al Rifugio Casinei e poi al Tuckett, ma all’arrivo dell’ingresso della strada a traffico limitato ci dicono che l’accesso è consentito solo fino alle dieci. Pertanto decidiamo di parcheggiare la macchina e di prendere l’autobus per salire fino al rifugio, ma quando siamo alla fermata l’addetto ci informa che per motivi tecnici l’autobus delle 11:00 era stato soppresso, ed essendo solo le 10 e 45 decidiamo di arrivare al rifugio a piedi percorrendo la strada asfaltata che si snoda per quattro chilometri all’interno del parco in leggero falsopiano.
Una volta arrivati a Vallesinella ci dirigiamo verso il sentiero che ci pota alla nostra prima tappa il Rifugio Casinei, esso parte dalla casetta delle informazioni del Parco e scende verso il torrente che proviene dalle omonime cascate, attraversiamo un ponticello in legno e ci troviamo dall’altra parte per iniziare la salita.
Il sentiero si snoda interamente nel bosco arrampicandosi per mezzo di gradini fatti con tronchi di legno, sassi e radici degli alberi. Si arriva in quasi un’ora di cammino al rifugio dove ad attenderci c’è una statua di legno che rappresenta un’escursionista. Il rifugio è carino e ha una splendida terrazza attrezzata con tavoli, giochi per bambini e gattini. Infatti, ci viene incontro un micetto di alcuni mesi che dimostra di gradire oltre che qualcosa da mangiare anche le coccole che forse nessun gli fa. Ci sediamo pertanto su una panchina per riprendere fiato e ci prodighiamo in coccole che il piccolino contraccambia facendo delle fuse pazzesche.
Una volta che si è saziato sia di coccole che del poco cibo che potevamo offrirgli, troppo piccolo per poter mangiare il formaggio super stagionato che avevamo dietro, prendiamo il sentiero che ci porta al Tuckett. All’inizio il sentiero segue il crinale della montagna in falso piano fino a che non inizia ad inerpicarsi verso le cime che ci sovrastano in un sentiero più roccioso. Ad un certo punto, superate le funi della teleferica che portano i viveri al rifugio, il cammino si fa più impervio ed il sentiero prende la fisionomia di quelli visti in televisione, roccia e pietrame dappertutto.
La salita ci richiede una quarantina di minuti ed in totale per arrivare al rifugio un’ora e quarantacinque, ma, in effetti, gli sforzi valgono quanto la visione ci offre.
Superato lo spiazzo di atterraggio dell’elicottero si arriva al rifugio che si staglia in mezzo a due ali di montagne che lo sovrastano. Ovviamente appena siamo arrivati a destinazione il sole ha pensato di nascondersi dietro una coltre di nuvole che nel frattempo si erano portate sopra le montagne circostanti. Il rifugio è formato da due complessi di cui uno adibito, oltre che a dimora degli escursionisti/alpinisti che vi soggiornano, anche a ristorante. Le due costruzioni sono di epoca diversa, infatti, uno si chiama Sella in onore ad un’alpinista locale e l’altro eretto da un gruppo di alpinisti tedeschi innamorati delle bellezze del luogo ed intitolato all’alpinista Francis Fox Tuckett.
Seriamente danneggiati dalla prima guerra mondiale, sono stati presi in gestione dalla SAT (Società Alpinistica Trentina) la quale li ha rimessi a posto e tuttora li gestisce.
Il panorama che si può ammirare si apre sulla vallata di Madonna di Campiglio, il crinale dello Spinale e Grosté e tutto intorno svettano le cime del gruppo del Brenta. Ci meraviglia la quantità di corvi che si trovano a saltellare fra i tavoli per recuperare il cibo che le persone lasciano sul tavolo o per terra, si spingono fino vicino a te per rubare una patatina fritta caduta da un precedente banchetto.
Mangiamo il nostro banchetto all’esterno, anche se la temperatura presumibilmente si aggira intorno ai 4÷5 gradi, entriamo alla fine per berci qualcosa di caldo.
Alle 15:15 iniziamo la discesa verso il rifugio Casinei e di conseguenza al Vallesinella. Verso le 16:40 arriviamo al rifugio Vallesinella dal quale avevamo deciso di prendere l’autobus per ritornare al punto in cui abbiamo parcheggiato l’auto ma il tempo d’attesa è troppo e le gambe ancora con qualche riserva di forze, pertanto decidiamo di proseguire a piedi per la stessa strada percorsa all’andata fino alla macchina.

Cartografia

Galleria fotografica